
LETTERA APERTA Risposta alla lettera di Emanuele Filiberto di Savoia alla Comunità ebraica di Roma
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2021005
PARTITO DELLA
Alternativa Monarchica
alternativamonarchica@gmail.com
Reggenza Nazionale P.d.A.M.
LETTERA APERTA
Oggetto: Risposta alla lettera di Emanuele Filiberto di Savoia alla Comunità ebraica di Roma
Allegati: Lettera di Emanuele Filiberto di Savoia alla Comunità ebraica di Roma
23/01/2021
In merito alla lettera di S.A.R. Emanuele Filiberto di Savoia datata 27/01/2021 ma inviata il 23/01/2021 indirizzata alla Comunità ebraica di Roma, i sottoscritti ritengono che il Principe giudichi il proprio bisnonno Re Vittorio Emanuele III con leggerezza, decontestualizzando dalla situazione politica italiana dell’epoca e senza ben comprendere i doveri di un Capo di Stato. A questo proposito ribadiamo che:
1) Le leggi razziali non potevano che essere firmate dal Capo dello Stato perché suo dovere (Statuto Albertino) di Capo di Stato costituzionale. Inoltre egli non aveva alternativa: se non l’avesse fatto il fascismo avrebbe molto probabilmente rovesciato la Monarchia e il Paese sarebbe caduto completamente nelle mani del fascismo e probabilmente il tremendo effetto delle leggi razziali sarebbe stato maggiore.
2) Vittorio Emanuele III firmò con riluttanza e inoltre fece di tutto per ostacolarle, rimandandole indietro, con Mussolini, diverse volte (pare sei volte), richiedendo modifiche ed eccezioni atte, nei limiti del possibile, a renderle più docili.
3) Le leggi razziali non erano comunque tese allo sterminio degli ebrei, circostanza che si verificò solo ed esclusivamente nelle regioni sotto la Repubblica Sociale Italiana, stato satellite del Terzo Reich o dopo la deportazione verso altri territori.
4) Nessuno, nel 2008, ha incolpato il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per quanto stabilito circa le impronte digitali degli zingari rom. Il fatto che il provvedimento, a seguito delle proteste internazionali e nazionali, sia poi stato esteso a tutti i cittadini residenti sul territorio, non cambia nulla perché l’intenzione, che si traduce in discriminazione razziale, non muta. Inoltre ciò infrangeva una norma europea, perché la Romania era nell'Unione Europea dal gennaio 2007 e questo ingresso ha fatto dei romeni dei cittadini europei, inclusi i rom.
5) L’unico caso storico in cui un Capo di Stato costituzionale non ha firmato una legge è quando Re Baldovino dei Belgi, per non firmare la legge sull’aborto, contrario alla sua fede religiosa, abdicò per un giorno con la formula: temporanea impossibilità di regnare; Solo che questo avveniva nel 1990 e il suo Primo Ministro non era Benito Mussolini!
6) Re Vittorio Emanuele III abrogava le leggi razziali con i Regi Decreti Legge n. 25 e 26 del 20 Gennaio 1944.
Galeazzo Ciano, all’epoca Ministro degli Affari Esteri, nel suo Diario 1937-1943, il 28 novembre 1938 scriveva: "Trovo il Duce indignato col Re. Per tre volte, durante il colloquio di stamane, il Re ha detto al Duce che prova un'infinita pietà per gli ebrei [...] Il Duce ha detto che in Italia vi sono 20000 persone con la schiena debole che si commuovono sulla sorte degli ebrei. il Re ha detto che è tra quelli. Poi il Re ha parlato anche contro la Germania per la creazione della 4 divisione alpina. Il Duce era molto violento nelle espressioni contro la Monarchia. Medita sempre più il cambiamento di sistema. Forse non è ancora il momento."
Il P.d.A.M. non intende in alcun modo sostenere le deplorevoli leggi razziali ma chiarire che la colpa delle leggi razziali deve essere imputata a chi le ideò, non di chi non aveva alternativa alla firma, nonostante fosse contrario.
Matteo Cornelius Sullivan
Reggente del Partito della Alternativa Monarchica
Davide Pozzi Sacchi di Santa Sofia
Addetto P.d.A.M. alle Relazioni Internazionali
Source by Partito della Alternativa Monarchica









